Una risposta all’editore Ramberti (a mo’ di esempio su certe tendenze buoniste che chissà se poi son davvero così buone…)


Dio, Ramberti, quanto sei fighetto! E zen e buddista… E anima bella e immacolata… Be’, si vede che lo puoi fare… Si vede che vivi un rapporto pacifico con i tempi… O che preferisci Rousseau a Hobbes… O che non hai mai sentito nominare una cosa che si chiama Peccato Originale…
Consentimi però alcune perplessità su certe separazioni, a priori, che operi… Sfogo e dolore personale e ferite da una parte e letteratura dall’altra… Dunque? Cosa sarebbe la letteratura? Una specie di ingegneria della parola edificante, un salto in un mondo altro, un po’ virtuale e un po’ zuccheroso e un po’ pensoso e un po’filosofico e spirituale?… Tutto con gli ingredientini giusti?
E dire che io sono più attratto da un giovane che mi porta dei testi, zoppicanti magari, ma che urlano, che chiedono un senso al dolore piuttosto che quelli di un cinghiale laureato in matematica pura che scrive poesie come sistemando un cifrario in codice…
Caro Ramberti, Hemingway (un satanasso non da poco, uno che aveva vissuto la vita come pochi…) che, a un certo punto, prende un fucile e si spara evidentemente aveva dei problemini ed era un po’ frustrato?… E Pierre Drieu la Rochelle che scrive Fuoco Fatuo e poi la fa finita, e Pavese?… E Celine col carico dei suoi dolori? … E Testori che, come pochi, portava i propri sfoghi e il proprio dolore in ogni campo dove si esprimeva , dal teatro alla pittura, alla critica d’arte alla poesia?… E Pasolini? Un viscerale come pochi (e proprio per questo attaccato dalla Neoavanguardia) … E Mishima? … E perché no, quanto si è sfogato, lui sessualmente frustrato e leggermente onanista, il Petrarca scrivendo il Canzoniere? E il Ghepardo di Recanati? E Dino Campana che era un tantino folle?
E Torquato Tasso con le sue turbe? E D’Annunzio con le sue manie? E Pascoli con le sue regressioni infantili e la depressione sessuale?
E quanto c’è di sfogo in Alda Merini che va così di moda e piace ed è pure una poetessa autentica? E quanto erano turbati, Poe, Rimbaud, Baudelaire e Alessandro Manzoni?
Il problema, caro Ramberti, non è operare queste ben educate e circostanziate separazioni:
o esaltare una letteratura asettica che cancelli quelle pesantezze dell’amore, del dolore, del sacrificio, del sangue... L’unica cosa che conta in letteratura è lo stile che si sposa con la vocazione autentica e la necessità; poi uno può metterci anche la cronistoria delle sue disgrazie, come il Libro di Giobbe nella Bibbia…
O Forse tu sei per una letteratura (e per un’arte) senza sangue, Ramberti? cioè per una letteratura morta…
Ti sei mai chiesto perché siano cessate in letteratura certe polemiche e certi scontri all’ultima sciabolata di molto tempo fa? Quando ci si scannava perché la letteratura era ancora una cosa che contava qualcosa…
Visto che ami l’Oriente, fatti una artistica scorpacciata dei film di Kim Ki-Duk o di Wong Kar-Wai o di Shinya Tsukamoto o di Zhang Yimou o del primo John Woo…
Gente che non ha cancellato l’Io, con le sue gravezze e dolori corporei, in nome di un astratto e superiore Uomo ben educato, un tantino aperto ai soffi dello Spirito, civile e dai toni suadenti e pacati… E che abita in una delle tante case borghesi dei film di Muccino o di certo cinema italiano della sinistra bene e gentile…Un Uomo Superiore e dalle buone maniere; ma, in fondo, arido e indifferente…
Stai facendo un processo alle intenzioni e alle psicologie che proprio non c’entra con la qualità e i risultati letterari…
Critichi i blog che si guardano l’ombelico però pure tu non scherzi, nel tuo Faranews, che ovviamente si guarda l’ombelico della tua editrice, con giusta filosofia di micro marketing ma spazia anche un po’ di più elencando tutti i tuoi trofei poetici… Io però devo ancora leggere qualcosa di tuo – in poesia - che mi colpisca… Non trovo ancora il lampo... Ma ben spero…
Scusami ma sono stato abituato "alla grande e al palato fino" nella antica e lunga frequentazione dei Rondoni, Luzi e altri...
E se proprio vuoi stare sulle psicologie, caro Ramberti, nel Pinocchio (splendida fabula dell’umano) è proprio il cattivone Mangiafuoco quello che, tra i pochissimi, cerca di aiutarlo… E la fatina è buona certo, ma un pochino sadica…
Invece quei Gatto e Volpe, con la loro parlantina suadente e i modi gentili…


Cordialmente

Andrea Margiotta

PS (piccola notarella di costume romagnolo interpretabile anche come marketta, se davvero lo fosse…)
Il tuo collega e corregionale Raffaelli, quando mi sentì leggere a Parcopoesia di Riccione, disse a Lauretano: “questo qui è un poeta che mi piacerebbe pubblicare”… E Lauretano, che è un mio aficionados, come io di lui, probabilmente avrà avuto uno di quei suoi romagnolissimi sorrisi…
Raffaelli e Lauretano sono rock… E tu? Tu sei capace di leggere il sottotesto, oltre le apparenze? Sai intravvedere quel quid misterioso che inazzurra?
Spero che tu apprezzi la mia franchezza...
In fondo è una forma di dialogo anche la mia...
Virile e sincero...
Lo scritto di Alessandro Ramberti è in

Commenti

  1. Andrea hai ragione, come autore ed editore sono per quanto mi riguarda il massimo dell'autorefenzialità :)
    del resto un certa dose di espressione del vissuto personale è inevitabile per rendere vera la letteratura e non asettica come giustamente dici tu (ma deve superare la soglia del mero sfogo o dell'invittiva tout court, cosa che gli autori che citi mi pare abbiano fatto). Per il resto mi pare che le nostre posizioni non siano poi così lontane e poi quando le proprie opinioni vengono esposte in maniera un po' salace ma civile c'è sempre qualcosa da imparare.
    Buona continuazione
    Alex

    RispondiElimina
  2. Bene, vedo che hai percepito il senso e il tono di quanto detto… C’è nel mio carattere un po’ del monaco cattolico medioevale e un po’ del dandy decadente e gaudente…
    Allora, posso mettere Fara tra i venti possibili editori del mio secondo libro di poesie? (il primo uscì dall’Obliquo nel 2000)…
    Scherzo… Sto cercando un editore in modo tranquillo e lento; mi interessa molto e prima di tutto la verifica sui testi per questo lo sto dando in lettura a persone che stimo...
    E mi interesserebbe un editore che avesse un minimo di capacità distributiva, un po’ di passione, giusto per arrivare a non predicare nel deserto o ad essere l’asceta in un bordello…
    Ho una ventina di editori che mi aggradano, vedrò un po’ anche se sai meglio di me i problemi e le chiusure che la poesia porta…
    Qualche giorno fa ho detto a Giuseppe Conte che ci sono libri di saggistica, romanzi e d’argomento vario che vendono pochissimo in Italia, quasi nulla: e allora perché l’editoria maggiore punta la pistola solo sulla poesia come se per statuto essa fosse invendibile?
    Per il mio programma televisivo in Rai, due anni fa, feci un giro di interviste e i librai delle Feltrinelli romane smentirono questa leggenda della poesia invendibile (certo non ci sono cifre da best-seller come per alcuni libri di poesia nei paesi anglosassoni ma c’è del buono…); il preside di Scienze della Comunicazione rimarcò un interesse e un riscontro nelle iniziative, serate ed eventi, che la sua Facoltà dedicava alla poesia… E allora?
    Che fanno gli editori maggiori in Italia? Perché si assiste al paradosso di una persona intelligente come il direttore editoriale Bompiani, Elisabetta Sgarbi che esterna e confessa la sua passione per la poesia, come suo genere preferito, ma sconsiglia l’invio di manoscritti poetici visto che Bompiani non ha collane di poesia? (aveva tentato l’esperimento di InVersi, diretta da Aldo Nove, tempo fa ma era una collana pensata molto male)…
    Tu saprai meglio di me queste cose…
    Allora, ti ringrazio del tuo passaggio e a presto…

    andrea

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