Dubbi sulla maturità democratica del sito AbsolutePoetry…




Molto spesso, nei blog o in rete in genere, si attaccano i poteri forti della grande editoria…
Io invece ho sempre pensato che, fuori dalla rete, ci fossero le competenze migliori spesso anche nella grande editoria, nelle major… E che in rete girassero parecchi palloni gonfiati o individui incompetenti o gente frustrata o poeti da strapazzo o velleitari o illusi di vario genere… (Certo, con molte e varie eccezioni…)
I primi giorni dell’anno, mi hanno confermato questa mia sensazione… Buone notizie dal fronte del mio personale lavoro poetico…
Dunque sono di buon umore, a parte un fastidioso raffreddore…
Qualcuno potrebbe dirmi: e allora perché tu continui a tenere un blog di argomento diaristico-letterario, che, tra l’altro, è presente anche nell’aggregatore Poecast ed ha avuto un’ottima forza di penetrazione nella comunità web dei poeti?
E badate, anche se nell’inchiesta di Macchianera su Absolute Poetry, qualcuno si vergogna a dire di frequentare spesso il mio blog, altri lanciano messaggi criptati chiaramente contro il mio blog o similia, e altri dicono onestamente di venirci, io so (per verifica sui visitatori) che le loro belle capatine ce le fanno un po’ tutti… La cosa non è molto importante, almeno per me…
Io il blog lo faccio per divertimento e per dialogare con chi mi incuriosisca… Palazzeschianamente incendiario...
Quanto al mio lavoro in proprio come poeta, i miei referenti e i miei interlocutori sono fuori dalla rete: la grande editoria, qualche grande poeta, qualche critico intelligente, e la gente comune…
Detto questo, nonostante i consigli di questi potenti della letteratura che mi dicono: “ma lascia perdere! ma chi te lo fa fare!” io il blog vorrei continuare a farlo ancora…
E, dunque, occorrerebbe sfatare una serie di “miti” che i miei interventi in rete hanno provocato (anche per la stupidità di certi utenti):
1) io non sono un clerico fascista
2) non sono un troll che voglia disturbare o far polemica a tutti i costi
3) non sono uno che voglia attirare l’attenzione a tutti i costi, non ne ho bisogno e presto capirete perché…
4) non sono una guardia svizzera del Vaticano

Sono semplicemente un anarchico, come poteva esserlo Céline, Baudelaire o altri, il quale, pur allergico ad ogni borghesismo, benpensantismo, moralismo e ad ogni ordine costituito (dall’uomo), ha incontrato un’esperienza di fede, non in contrasto con la propria lucida ragione, ed ha imparato a riconoscere, in maniera agonistica, ribelle, faticosa, un unico ordine costituito: quello della Chiesa (che non è stata fondata da semplici uomini ma da Cristo stesso)… Stop…
Vorrei essere dunque rispettato per le mie idee che non sono certo da criminale, mi pare…
Non vorrei tutte le volte essere etichettato in qualche modo singolare o essere punzecchiato o addirittura insultato solo perché non parlo secondo certe vulgate che qualcuno vorrebbe sentire…
Manifesto una diversità, un’alterità? benissimo, ma si stia sugli argomenti e non si faccia il processo alle intenzioni o non si tirino fuori i fantasmi dagli armadi delle vostre menti…
Se proprio volete a tutti i costi darmi un’etichetta, vi pregherei di usare, eventualmente, solo quella di Bogart del Web: perché Bogart – non il personaggio cinematografico – ma l’uomo, nel privato, poteva essere anche un po’ brusco e rude, poteva essere molto schietto e sincero: e non era un macho donnaiolo ma, anzi, uno che cercava relazioni stabili e con donne di qualità (appunto come me che, tra l’altro, avrei adorato Lauren Bacall giovane)…
E se vi danno fastidio l’aneddotica o euristica personale – che è un modo tipico della critica anglosassone, in quello stile della conversation e della leggerezza, quanto invece i tedeschi e gli italiani son densi e pesanti, potete riparare altrove…
Precisate codeste cose, consentitemi qualche appunto su una recente discussione avvenuta nel sito di Lello Voce , in un post che ha collezionato quasi 100 commenti (anche grazie ai miei interventi); e c’è pure chi ha detto che la cosa non andava bene o che i miei argomenti non erano interessanti per gli altri…
Sono stato punzecchiato o provocato per tutto il tempo: sono stato insultato, mi hanno fatto un augurio di morte, con grande sensibilità per il capodanno, mi hanno dato del porco maschilista, del rimescolatore del torbido, senza neppure leggere o capire quel che scrivevo… Infine mi hanno censurato l’ultimo commento finale, pur dicendo che loro non censurano, poi bannato e dato del troll (il disturbatore di professione)…
Tutto questo solo per due motivi: 1) perché ho qualche dubbio sull’alto valore delle poesie di Voce (e, nella sua zona, preferisco Cepollaro) e 2) perché sono contrario ad una certa cultura del nulla e della morte che avanza e che si sposa con l’empirismo dell’Utile a tutti i costi… Io ho ancora un rispetto sacro della persona e del dolore… Ri-stop…
La concezione di democrazia di codesta gente è la stessa di coloro i quali assassinarono ferocemente Mussolini e Petacci – SENZA PROCESSO ALCUNO – e fecero scempio orinando sui corpi, tanto che si dovette metterli appesi per ovviare…
Il parallelo è ardito, certo, ma dà ragione dell’unica prassi che questi comunistelli (alcuni anche comunistelli di sagrestia) adottano: la persecuzione a priori del nemico, una volta individuato (male)… (un po’ come il Curzio Maltese che, se gli togliessero Berlusconi, non saprebbe proprio contro chi scrivere)…
Qualcuno, come la professoressa Erminia Passannanti o l’attore Nevio Gambula ha cercato di dialogare serenamente e con educazione…
Certo, se fosse solo questo, si potrebbe anche passare sopra… Fino a quando il problema sia un post…
Diventa grave quando si formino queste cordate che agiscono – usando la praxis e il darsi da fare, come edere assassine, saltabeccando da una parte e dall’altra ma spesso scrivendo vere schifezze che tentano di spacciare a giro – cordate che agiscono per edulcorare e per rendere ideologico e fazioso il dibattito sulla poesia e la serena valutazione della pura e nuda qualità dei testi…
Per fortuna, la grande editoria non se li fila…
Totò diceva anche “Ma mi faccia il piacere…” …

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