una discussione con Lello Voce e friends su Absolutepoetry


Penso che non si debba ragionare solo in termini empirici-pratici-utilitaristici ma culturali.
Altrimenti, il passo dal considerare utile la soppressione di tutti gli individui non rispondenti a criteri di sanità, bellezza, intelligenza, efficienza e purezza della razza è molto più breve di quanto pensiate…
Se progresso significa diventare come l’ Olanda e i suoi comitati etici, io preferisco un paese del Terzo Mondo o il SudAMERICA, come il Pasolini che chiamava l’Africa sua unica speranza…
Non dimentichiamo che dietro al dibattito sull’eutanasia ci sono forti interessi internazionali riguardo al controllo delle vite (e delle morti) e alla paura della sovrappopolazione…
Tutto anche per biechi fini egoistici e di controllo economico…
Pontiggia scrisse un libro per raccontare la sua esperienza con un figlio con grave handicap…
La parola sacrificio è ormai stata bandita dal lessico politically correct, resta solo in un bellissimo film di Tarkovskij… Si vorrebbe eliminare anche la parola dolore: come, si dice, con tutti i progressi scientifico-tecnologici ancora dobbiamo sopportare questo fardello?
E allora ci si dovrebbe chiedere come mai una come Madre Teresa di Calcutta abbia scelto di spendere la vita a contatto stretto con il dolore e a portare un piccolo sollievo ai malati: piccolo perché le forze di un uomo o di una donna sono limitate… E ci si dovrebbe chiedere pure, che senso avessero i continui dolori corporali di Padre Pio da Pietralcina che faceva i miracoli per gli altri…
E ancora, ci si potrebbe chiedere che senso avesse il dolore lancinante di Cristo sulla croce…
Legalizzare la morte, in termini culturali, significa rendere ancora meno importante la vita di un uomo, come se già non lo fosse abbastanza in questa epoca così schiavizzata dalla Tecnica…
Significa eliminare l’individuo come una particella non più produttiva… E quindi ragionare in termini economico – capitalistici…
Ma l’individuo è qualcosa di più di una combinazione di cellule… è rapporto con l’infinito, a immagine e somiglianza di DIO… Solo questo può salvarlo dall’essere schiacciato dall’ingranaggio del POTERE - STATO - LEGGE … Solo in questo rapporto con qualcosa di più grande del POTERE - STATO - LEGGE …
Io ho ancora in mente il volto di Giovanni Testori – lo scrittore e drammaturgo – scarno, smagrito in una stanza di ospedale ma con una letizia e una pazienza e una luce negli occhi, pur nella sofferenza di una malattia terminale…


Andrea Margiotta


Commenti

  1. Caro Andrea, posto anche qui un commento che ho scritto su Absolute e che in qualche modo ti riguarda e risponde. Ciao, felice 2007

    Davide

    *

    Questa discussione potrebbe continuare all’infinito senza condurre da nessuna parte in quanto le parti in causa, Voce e Margiotta, si limitano ad un arroccamento ideologico. Volevo dire ad Erminia che la bellissima citazione da S.Agostino ("i figli di Dio non si distinguono dai figli del diavolo se non per l’amore") l’ho inserita proprio concordando con una sua risposta, quindi non era assolutamente in forma polemica. Come forse si sa non sono cattolico e non sono neppure battezzato, pur considerando la chiesa cattolica un importantissimo interlocutore teologico. Ho fede nel Dio incarnato in Cristo e nei vangeli. Il discorso di Andrea è falso in quanto fa una divisione arbitraria e gratuita tra uno stato naturale e uno artificiale che non regge, essendo "natura" nient’altro che il possibile, dunque lo stesso artificio, realizzazione possibile di una volontà naturale. Tra le braccia di Dio, all’origine del mondo, sorride quel fanciulletto di Esenin impiccato alla propria cinta. Se il suicidio è un peccato lo è solo in quanto interruzione di una possibilità, per il resto, agli occhi dei defunti, è un battito di ciglia. La virtù, cristiana o personale, la si dia tra l’altro nell’esempio, sperimentandola, incarnandola in prima persona; la sperimentazione nel corpo degli altri ha l’inconfondibile tanfo dell’ipocrisia, quanto la gelosia del traditore. Un ultimo appunto: Pasolini vedeva nell’Africa un’alternativa disperata a sognata al "progresso senza sviluppo" che avrebbe condotto l’Europa al genocidio culturale di cui siamo figli (per lo meno i più giovani). Vedeva le stesse battaglie per l’aborto, e qui lo seguo, come manifestazioni della sanguinaria ideologia dell’utile. Piuttosto sono preoccupanti le parole d’ordine ideologiche del laicismo radicale in quanto parole del Potere occidentale, relativista e neo-liberista. Ma alla dittatura del relativismo si opponga la solidarietà umanista e non un nuovo dogmatismo (che è sempre meglio, aimhè, di questa merda).

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  2. "Il discorso di Andrea è falso"...

    Be' ti è già stata appuntata da altri la perentorietà dogmatica di codesta tua affermazione...

    Per il resto, ti ho già risposto su Absolute...

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  3. Davide (Nota): io qui non ho detto che il suicidio sia peccato (inteso quale atto di una persona, che sia Esenin, Majakóvskij, Hemingway, Pierre Drieu La Rochelle o Luigi Tenco). Ho detto che troverei orrenda la legalizzazione dell'eutanasia avendo come referente a cui rispondere una sorta di comitato etico statale... Ci sono stati alcuni film sul tema: il mio preferito è Million Dollar Baby ancor più di Mare dentro. Però ricordo pure Io accuso (Ich klage an), Germania, 1941, di Wolfgang Liebeneiner, che venne prodotto quasi come supporto a un programma di eutanasia di stato denominato Aktion T4. E ricordo un altro film molto più recente: Kill Me Please, grottesco, anarchico, paradossale e tragicomico...

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