Guardando negli occhi Beppino …



Quando l’altra sera un amico giornalista – mentre eravamo in giro – mi comunicava “Non lo sai? Eluana è morta mezz’ora fa”, ho sentito una stretta al cuore …
Non sono scoppiato a piangere – io che piango poco - come quando la cameriera di un ristorante, anni prima, mi aveva detto a bruciapelo della morte di Karol Wojtyla (così importante nella mia vita ) ma poco ci è mancato …
Ci avevo messo un po’ del mio cuore, nella storia di questa ragazza che somigliava tanto, nelle foto che ci hanno dato da vedere, ad un’altra di cui ero stato innamorato e – strani casi della vita – anch’ella vittima di un terribile incidente stradale con conseguenze meno gravi, ma che le avevano lasciato dei vetri nel corpo: per fortuna, riprendendosi perfettamente e completamente, dopo …
Eluana, purtroppo, da quel terribile incidente non è più tornata indietro … L’orologio della sua vita cosciente, diciamo normale, sana, si fermò dopo quello schianto …
E ciò che seguì fu una lunga e dolorosa forma di misteriosa vita, che chiamano vegetativa, e che conoscono bene tutti quelli che le sono stati vicini, dal padre, ai medici, alle suorine che si prendevano cura …
Ed io l’altra sera continuavo a pensarci: guardavo un film al cinema – di un amico e collega – che parlava di amori e di ex, in un modo troppo dolciastro e sentimentalistico per i miei gusti – ed io invece avevo la testa altrove, ogni quarto d’ora …
Pensavo a quel che avrebbe potuto essere la vita di Eluana – se non le fosse toccato quel terribile incidente d’auto – piena di incontri, di giorni felici, di amori …
La vita di una bella ragazza che oggi sarebbe stata una giovane donna, quasi della mia età …
E pensavo a come fosse – da tempo - diventata un’icona – senza mai vedere le foto d’oggi – una bandiera issata in un campo in cui guerreggiavano opposte fazioni e schieramenti …
Ma è quello che ci tocca nella realtà – condizionata dai massmedia – di oggi …
Io non voglio più dire nulla su questa tragica storia …
Ma voglio conservarla sempre dentro, nella memoria, anche quando nessuno ne parlerà più, come accadrà …
Vorrei soltanto trovarmi a guardare negli occhi il signor Englaro e dirgli: “Riesco solo lontanamente a immaginare il tuo dolore, tutto quello che hai provato ma credo che tu abbia forse confuso – per l’annebbiamento che il dolore di quell’ affetto strappato ti aveva dato - il ruolo di tutore con il ruolo di padrone e ultimo giudice, con alle spalle un altro giudice del tribunale, della vita di un’altra persona: tua figlia … Una figlia, Beppino, ti è vicina nel sangue, nella biologia: ma non ti appartiene nella sua sostanza profonda, nella sua unicità d’individuo irripetibile e unico …
Una figlia, Beppino, anche a te carissima, non è roba tua, non è tua, completamente …
Questo, avrei voluto dirti, perché tu potessi lasciare aperta una porta …
Perché tu la lasciassi vivere senza accanimenti terapeutici ma solo di acqua e alimenti …
Lei non sarebbe stata d’accordo – mi diresti …
Tu avresti ancora addosso una croce – che capisco difficile da sopportare …
Ma io – e te lo giuro – ora che adesso Eluana è morta, ora che non è più come un uccelletto indifeso in un lettino, bisognosa di tutto, sento una strana solitudine che non ti so spiegare …
E penso che – nel mistero della vita e della morte in cui tutti siamo – quella solitudine forse la senta anche tu, infinitamente più di me” …

ANDREA MARGIOTTA

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