Su Maria di Aldo Nove
Sono stato felicemente sorpreso da questi nuovi testi di Aldo Nove, e non perché mi interessi particolarmente la sua conversione o il suo ateismo, che sono questioni personali e sue, ma perché c’è un tragitto d'amore e dolore che non sento tanto lontano dalle mie “ossessioni” poetiche…
Poco m’importa anche quanto sia ortodossa la dottrina mariana di Nove: valuto solo se i testi abbiano una loro forza e una loro capacità di entrare in un circolo vita-mondo-cose, in cui, il soggetto Io-Lettore senta l’accadere e l’accendersi di qualcosa che viene chiamata l’emozione poetica…
Poco m’importa anche quanto sia ortodossa la dottrina mariana di Nove: valuto solo se i testi abbiano una loro forza e una loro capacità di entrare in un circolo vita-mondo-cose, in cui, il soggetto Io-Lettore senta l’accadere e l’accendersi di qualcosa che viene chiamata l’emozione poetica…
Al riguardo, c'è un post su Absolute Poetry, sul quale mi permetto di dire due parole...
I due interventi che mi hanno più colpito sono il testo di commento, perplesso e molto critico in senso negativo di Nevio Gambula e quello più accogliente di Lello Voce; tuttavia, mi paiono entrambi ideologici in senso speculare: l’uno interpreta il poema come resa e conversione di Nove, per rifiutarlo in nome di un anticlericalismo e di un’ idea mutila e astratta di ragione (ignorando quanto sulla ragione dissero Wojtyla e quanto afferma il nuovo Papa), l’altro cerca di salvare a tutti i costi il laicismo o ateismo di Nove e propone una sua interpretazione che però dà per scontate troppe cose… Rilanciando anche un’ originale interpretazione di Jacopone: giacché c’era, Voce poteva dire che Maria di Nove è Madonna, la cantante (che, peraltro, a me piace) … E quel suo parlare di luce, sì interessante ma, inserito nel contesto del suo discorso, è un fantasma gnostico...
C’è un passaggio interessante di Gambula quando, rivolgendosi idealmente a Cortellessa, dice,
“se anziché Maria il personaggio del poema fosse Lenin o, declinandolo al femminile, Rosa Luxemburg” e via dicendo…
Ecco: notare il se…
Invece, il dato reale è che Maria rimanda a una persona precisa e storica, concreta, così come in Jacopone: non è un’idea…
Questo è un dato non da poco che non si può tralasciare: dunque, mi appare un poco più puntuale, nel senso di rispettoso del fatto in sé – e cioè che Nove ha scritto un poema di ispirazione mariana – l’intervento di Gambula, anche se sono a me lontanissime le ragioni ideologiche del suo rifiuto… Che però sono poste come interrogazioni (spero non retoriche...)
Un plauso acceso al mio vicino di casa Cortellessa, invece, per aver privilegiato il risultato poetico sul pregiudizio ideologico che Andreone mette tra parentesi in un’ epoché fenomenologica…
I due interventi che mi hanno più colpito sono il testo di commento, perplesso e molto critico in senso negativo di Nevio Gambula e quello più accogliente di Lello Voce; tuttavia, mi paiono entrambi ideologici in senso speculare: l’uno interpreta il poema come resa e conversione di Nove, per rifiutarlo in nome di un anticlericalismo e di un’ idea mutila e astratta di ragione (ignorando quanto sulla ragione dissero Wojtyla e quanto afferma il nuovo Papa), l’altro cerca di salvare a tutti i costi il laicismo o ateismo di Nove e propone una sua interpretazione che però dà per scontate troppe cose… Rilanciando anche un’ originale interpretazione di Jacopone: giacché c’era, Voce poteva dire che Maria di Nove è Madonna, la cantante (che, peraltro, a me piace) … E quel suo parlare di luce, sì interessante ma, inserito nel contesto del suo discorso, è un fantasma gnostico...
C’è un passaggio interessante di Gambula quando, rivolgendosi idealmente a Cortellessa, dice,
“se anziché Maria il personaggio del poema fosse Lenin o, declinandolo al femminile, Rosa Luxemburg” e via dicendo…
Ecco: notare il se…
Invece, il dato reale è che Maria rimanda a una persona precisa e storica, concreta, così come in Jacopone: non è un’idea…
Questo è un dato non da poco che non si può tralasciare: dunque, mi appare un poco più puntuale, nel senso di rispettoso del fatto in sé – e cioè che Nove ha scritto un poema di ispirazione mariana – l’intervento di Gambula, anche se sono a me lontanissime le ragioni ideologiche del suo rifiuto… Che però sono poste come interrogazioni (spero non retoriche...)
Un plauso acceso al mio vicino di casa Cortellessa, invece, per aver privilegiato il risultato poetico sul pregiudizio ideologico che Andreone mette tra parentesi in un’ epoché fenomenologica…
PS Segnalo ai redattori di Absolute Poetry la presenza di un commento disgustoso nel post (quello di rasputin, riconoscibile da molti caratteri maiuscoli, che qualsiasi persona di buon senso avrebbe buttato nel cesso)…
andrea margiotta
ma siamo sicuri che maria sia Maria? Personalmente sono propenso a credere che Maria Vergine c'entri al 50% e la restante metà sia occupata da Maria Juana.
RispondiEliminaMarco
Be', Marco, non hai che da chiederlo a lui...
RispondiEliminaandrea margiotta
Mi ero ripromesso di pubblicarne solo 15, ma visto che la questione è stata sollevata proprio da te, credo che, se faccio copia-incolla di un sonetto extra e l'appiccico qui per tentare di spiegare quanto ho appena espresso su liberinversi, nessuno ne soffra.
RispondiEliminaAspettavo che uscissero di casa
per farla e poi rifarla, quella cosa.
Il tocco della mano il corpo sfasa.
Poi accade. E l’ardore si riposa.
Al chiuso di quel bagno mi sognavo
avvenissero gare di grandezza.
S’accorsero che forse li guardavo.
Improvvisa mi colse l’amarezza
di non far parte della loro squadra.
All’epoca era meglio non mischiarsi
a gente a cui la femmina non quadra.
Si decisero infine sul da farsi.
I colpi non facevano fracasso.
Nelle palle di neve c’era un sasso.