Les rêveries du promeneur solitaire …





Non si vuole oggi recensire questo bel film uscito senza troppa pubblicità qui in Italia pochi anni fa…
Un film molto suggestivo, ben girato e ben recitato…Voglio soltanto soffermarmi sul personaggio interpretato da Sean Penn: Thomas Janes, un poeta americano vincitore del Pulitzer, alcolizzato e in crisi creativa. (Mi scoprivo un poco acculturato quando anticipavo, a chi era con me, che i versi citati nel finale erano di Dylan Thomas, come Penn “confermava” dopo …)…
C’è una scena in cui Thomas viene fermato da una ragazza, la quale chiede se lui fosse il poeta delle Poesie per Maddalena che lei aveva letto a scuola: insomma, viene riconosciuto quasi come se fosse un divo della tv o del cinema…Questo accade durante una pausa dal loro giro in barca: infatti, il poeta, sua moglie, il fratello e la sventola che lui si porta dietro (una Liz Hurley da sballo…la quale conosce a memoria anche alcuni versi di Janes…pensa te…!) sono tra mare e terra, per un servizio fotografico della moglie di lui, su un delitto del passato.

Mi chiedo se negli USA sia veramente così e penso di sì: un poeta da Pulitzer può anche essere riconosciuto per strada…(Certo, anche negli USA la poesia si sta rintanando sempre più nelle Università: che ci sia qualche relazione con la supremazia dell'economia e della tecnica?...). E i russi amano ancora così tanto la poesia? E i sudamericani?
Se si eliminassero: lo strapotere delle Corporation (nate e mostruosamente prosperate grazie all’equivoco sulla persona giuridica, il 14mo emendamento creato per favorire, pensate un po’, i fratelli neri, eliminando certi retaggi dello schiavismo), la “filosofia” spicciola e bottegaia dei soldi, del marketing e del business sopra tutto, il bigottismo e il manicheismo derivati dalle radici protestanti e puritane, gli USA sarebbero un vero paradiso, anche di civiltà e di opportunità per il proprio talento creativo…

E veniamo all’Italia, questa sorella cenerentola degli USA…Un paese meraviglioso per il paesaggio e le vestigia d’arte, gravato purtroppo da alcune ataviche tare: il provincialismo e una mentalità che il Guicciardini avrebbe detto del piccolo proprio particulare.
E su questa base ha agio, quella che è una vera e propria mentalità mafiosa…
Difetti, certo, che accomunano la borghesia di tutti i paesi occidentali benestanti, ma che nel caso italiano, si sposano con l’assoluta mancanza di un senso civico e comunitario forse ancora vivi nell’ Italia contadina e agricola rimpianta da Pasolini, almeno come attenzione e rispetto dell’altro: come carità …(Però ricordiamo anche le cose scritte da Prezzolini, da Leo Longanesi, da Sciascia, da Flaiano e perfino da Montanelli…).
L’italiano, anche per le radici cattoliche-popolari, nel segno di Roma,
non è tradizionalmente un individualista come gli anglosassoni: diciamo che è più un menefreghista di mussoliniana memoria…
Dunque, uniti alla mancanza di senso civico, il provincialismo, l’attenzione solo al proprio particolare, il menefreghismo e la mentalità mafiosa costituiscono un mix davvero diabolico…
Quando parlo di mafia non mi riferisco all’ organizzazione criminale, storicamente nata in Sicilia.
Voglio parlare di una mentalità mafiosa o di consorteria e questa non riguarda solo il crimine ma è diffusa anche in altri ambiti e non sono state ancora create delle commissioni o delle super procure…
Voglio parlare della mafia che esiste nei giornali, nelle tv, nella politica, nell’editoria…
Quindi prendiamo questi primi dati o elementi e accorpiamoli in una generale angustia che mina la sacra e inviolabile libertà della persona, in primis, e il diritto della stessa alla felicità…
A ciò, aggiungiamo lo scarso interesse tributato alla cultura dai politici che in genere ci hanno governato negli ultimi sessant’anni (e forse anche prima…)…
Poi spendiamoci in qualche veloce considerazione sul livello infimo di certi programmi tv: osservando, sgomenti, che la scatologia ha soffocato l’escatologia…
Poi pensiamo a come il Potere (e non parlo del simpaticissimo Berlusconi…ma del Potere come Monstrum) ci sguazzi ad avere dei sudditi ignoranti…E, probabilmente, è un fenomeno antico se penso a questi versi del Belli:
Che predicava a la Missione er prete?
“Li libbri nun zò robba da cristiano:
fiji, pe carità, nu li leggete.”
Poi ripenso all’amaro e anche energico (inusuale per la sua natura pacata) sfogo di Mario Luzi in un programma registrato e trasmesso in notturna qualche anno fa, che definiva l’Italia come il buco nero della cultura, in Europa…
Poi penso che l’Italia, paradossalmente, è il Paese n1 al mondo per il patrimonio artistico (non sempre troppo valorizzato, come, ad esempio, in Francia)…
Poi penso al fatto che avevamo un magnifico sottosegretario ai Beni Culturali, Vittorio Sgarbi che come pochi può capire, amare e quindi difendere il suddetto patrimonio: e che tale sottosegretario ben presto è stato, diciamo così, “epurato”, non si sa perché, forse troppo bravo e capace (e disturbante)…
Poi penso che può accadere di accendere la tv e vedere qualche insulsa figurina del trash nostrano che pontifica e discetta in prima serata inducendo il malcapitato, se ha un minimo di senso del ridicolo e di sensibilità estetica, a spegnere dopo cinquanta secondi buoni…
E tale malcapitato rammenta che invece il suo programma sulla poesia la Rai (servizio pubblico, non Canale5…) gliel' ha trasmesso alle tre di notte…
Ed ecco, arrivo al punto: penso ad Andrea Temporelli, alias Marco Merlin, poeta, critico e direttore di Atelier…
Con Merlin-Temporelli, io ho polemizzato a lungo, a colpi di post sui nostri rispettivi blog…
Però adesso voglio idealmente aprirmi ad un fraterno abbraccio…
I miei lontani sospetti purtroppo erano fondati: il libro di Temporelli, Il Cielo di Marte, non se l’è filato nessuno!… Fa un po’ di tenerezza il suo tentativo di aprire un vero e proprio blog di commenti al libro , riportando anche qualche recensioncina invero tiepida…(e a proposito di domande, vorrei chiedere a Merlin se il titolo abbia qualche relazione con il canto XIV del Paradiso, dove Dante e Bea sono nel cielo di Marte e vedono le anime che in vita difesero con le armi la religione di Cristo...)
E mi colpiva come questi sottolineasse, nel blog, un silenzio un po’ ipocrita anche da gente da cui si aspettava una parola o più…
E allora: o Temporelli è scarso come poeta oppure non basta più nemmeno pubblicare da Einaudi perché la propria voce sia prima udita ancor che valutata…
D’accordo, la Biagini (altra einaudiana…) è più conosciuta: ma in fondo solo dai pochissimi che si occupano di poesia; e poi quanto conta essere carine, gradevoli, e così adatte a questa politicamente corretta società del barboncino e non del sangue?…
Pare che il poeta debba avere sempre qualche dato d’accompagnamento sociologicamente spendibile (matto, suicida, erotomane, bella donna ecc. ecc. )…Che debba mostrare qualche griffa sì da renderlo Personaggio simile a quelli della tv…
Sono finiti i tempi in cui uno come Fortini considerava una scelta ideologica anche la metrica…
Ricapitolando: dunque…
1) Il mondo occidentale (in particolare la società italiana) è un immenso supermercato del nulla, della plastica e dei valori rovesciati e mistificati (non per colpa della gente ma a causa di una Nube o Mentalità che ha sostituito Dio con il Mercato): svuotamento dell’umano, in vista di cosa? Per cosa? Per quale scopo? Per quale destino?
2) Il microcosmo dei poeti e letterati è composto soprattutto da gente invidiosa, frustrata che non fa ricerca sulla parola, che ha obiettivi e aspettative confuse e mal poste, interessata più a straparlare in versi o in prosa che ad ascoltare l’altrui opera…
3) I critici militanti dormono e non sono più la coscienza critica del paese…
4) I grandi critici vivono di glorie passate e hanno perso, nel loro snobismo, il contatto con il nuovo e con la realtà…
5) Gli accademici si occupano di cose spesso polverose, inessenziali e arrugginite…
6) Gli editori pubblicano troppo e male…E non pubblicano le cose che dovrebbero (per esempio i NUOVI poeti più bravi, singolarmente e secondo qualità…Senza che ci sia la smania e la sbornia per le crestomazie griffate '70 and young con la benedizione del Santo Marketing e della Santa Sociologia della Letteratura…)

Ma per fortuna…

1) Esistono anche giovani critici bravi e appassionati (menzione anche a quelli come Cortellessa, sui quali avrei qualcosa da ridire sul piano ideale, ma che perlomeno lavorano con passione e serietà…)
2) Esistono blog o siti frequentati, costruiti da gente che ama la poesia (e penso a Fantuzzi, a Nota, a Davoli, a Dissidenze di Marano e ovviamente a tantissimi altri anche se non sono stati inclusi nel Best of di Mozzi)
3) Esistono poeti un po’ noti, bravi, ai quali guardare (a parte gli stranieri che leggo di più o i maestri del passato remoto o prossimo, io amo soprattutto la poesia di Davide Rondoni e di Giuseppe Conte)…
4) Esistono giovani poeti bravi, autentici, seri.
5) Esistono belle riviste come ClanDestino ora diretta da Lauretano, dove la poesia non è solo letteratura o vanità o mal di testa…
6) Esiste la Chiesa dove possiamo salvarci tutti, belli e brutti, poeti e non…
7) Esistono i miracoli…

Quindi, nella speranza che un giorno si arrivi A UNA SITUAZIONE AMERICANA vedendo, come nel film della Bigelow, un poeta bravo riconosciuto da un fan per strada, così come accade con i personaggi del cinema o della tv,
posso solo dire una cosa a voi tutti: continuiamo a occuparci di questo oggetto misterioso e fuori moda ma vitale come l'ossigeno che è la poesia, studiando, leggendo e lavorando per esprimere sempre meglio ciò che ci sta a cuore... Facciamo gruppo o quadrato uniti...Anche con gesti simbolici...Lottiamo vigili, perché il nemico è silenzioso e subdolo...
PS Notate come abbia strausato, quasi anaforicamente, il verbo penso...Quello che ci vogliono impedire... w il pensiero critico, da crino cioè scelgo...

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